Racconto della settimana

Inciampi di nessun peso

20 ottobre 2015
|

- Ieri ho letto il bilancio semestrale e non ho dormito tutta la notte, Wieser. Venga da me domani, a casa, per favore.

Il contabile aveva dovuto arrampicarsi su per le montagne, in Val Ferrera, per raggiungere la casa di Davide Frizzi. Il Capo gli aveva spiegato il percorso con uno schizzo a matita tracciato sul verso della ricevuta del "Platani", dove entrambi mangiavano a mezzogiorno.

- Terzo paese dopo Mersico. Sulla destra, subito dopo il cartello di località, vedrà un cancelletto rosso carminio e un tettuccio di plexiglas.  L'aspetto per le tre.

Il cancelletto gli era balzato subito all'occhio. La buca delle lettere, accanto alla porta d'entrata, era pure di un vistoso giallo risotto. L'abitazione era una specie di solida scatola, coi muri in calcestruzzo a vista e un lucernario al sommo del tetto piano. Architettura contemporanea. Wieser ne fu sorpreso.

- Si accomodi, signor Wieser. Mio marito sarà qui a momenti.

Maria Frizzi indossava un vestito di lanetta grigia, chiuso in vita da una cinturetta di plastica scura. Ai piedi portava delle pianelle col pelo lungo, come di moquette, che le davano un'aria sciatta, in contrasto con il suo portamento elegante. Doveva aver interrotto per un momento un lavoro di cucito, perché si toglieva dei fili dalle maniche dell'abito. Esauriti i rapidi convenevoli, si ritirò quasi senza farsi accorgere e il marito precedette il collega in salotto.

- La situazione non mi sembra così critica - disse il Capo contabile.

- Dobbiamo operare qualche taglio di spesa, certo, forse ridurre il personale di un paio di unità, ma non mi pare ci sia niente di veramente preoccupante. Il flusso dei depositi è diminuito e non di poco, lo ammetto, ma è un andamento generale, una bassa congiuntura temporanea,  su questo tutti gli esperti sono concordi.

- Ah, gli esperti...

Wieser si stava chiedendo quale nefasto pianeta stesse entrando nel suo segno. Non sapeva come stare seduto su quella poltroncina di cuoio, leggermente inclinata. Appoggiare la schiena al dorso gli avrebbe dato un'aria poco rispettosa, mentre stare ritto gli causava una fastidiosa tensione al collo. Si mise perciò un po' di traverso, dandosi un'aria nonchalante, sostenendosi allo schienale con il gomito destro.

- Veniamo al sodo Wieser. Con lei non voglio né posso mentire. Sono ammalato. Ho un tumore alla prostata, scoperto in tempo, per fortuna. La prognosi sembra molto buona. In ogni caso devo sistemare alcune cose, diciamo, "sensibili".

Wieser guardò il Capo che aveva la mascella rigida come un ferro di cavallo e gli occhi chiusi.

- Bisogna assolutamente spulciare i conti e far sparire qualche numero un po' fantasioso, ecco.

Il giovanotto si accasciò sulla poltroncina. Aveva l'impressione che il parquet del salotto stesse aprendosi sotto i suoi piedi.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔