Impact Journalism

In Honduras il vento è cambiato

(Johny Magallanes)
25 giugno 2016
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di Lucía Zepeda, El Heraldo, Honduras

Senza un background ingegneristico e uniti solo della loro amicizia, Óscar Pagoada e Javier Cáceres hanno creato un prototipo di generatore eolico che non solo è stato in grado di ridurre le bollette elettriche nelle comunità rurali dell’Honduras orientale, ma ha anche portato indispensabile elettricità a un centro sanitario.

Tra le verdi colline dell’Honduras orientale, dove i forti venti recano l’aroma del caffè migliore del mondo, si trova la cittadina di El Paraíso. Questo è il paese natale di due uomini senza pretese che sono stati capaci di creare energia da ciò che la maggior parte della gente chiamerebbe “spazzatura”. Non sono ingegneri, o celebri inventori; tuttavia Óscar Pagoada e Javier Cáceres hanno costruito un generatore eolico usando pezzi di legno, rottami metallici e magneti ricavati da forni a microonde inutilizzati a causa dei razionamenti di energia che interessano tutto l’Honduras.

Óscar e Javier si sono trovati costretti a mettere in atto la loro idea dai blackout elettrici di 12 ore che affliggono le comunità remote dell’Honduras prive di regolare accesso all’elettricità. «Dobbiamo imparare a vivere delle risorse della natura, ottenendo da essa i mezzi per il nostro sostentamento. Abbiamo creato energia tramite l’uso di magneti; con alcune bobine e pezzi di legno abbiamo costruito una dinamo che funziona con l’energia del vento o dell’acqua. Abbiamo ricavato elettricità da questi elementi e siamo stati in grado di aiutare la nostra comunità usando rifiuti», spiega Pagoada. Il suo entusiasmo è evidente.

L’idea

Uno sguardo alla bolletta elettrica è stato sufficiente per accendere la loro passione per l’elettronica. Galeotto, per così dire, fu il limite dei 1’200 lempiras (52,80 dollari), quando cioè Pagoada si disse che era venuto il momento di mettersi al lavoro per trovare una soluzione e ridurre l’importo da pagare.

Una volta costruito e installato il generatore a casa, la bolletta scese subito a 26,30. Questa fu la sua ispirazione: Óscar contattò Javier; un uomo dalla natura quieta e riservata, ma con forti mani con le quali oggi assembla i generatori.

«Sfruttiamo i rottami metallici e qualsiasi cosa sia a portata di mano; mettiamo tutto insieme per vedere che cosa possa tornare utile, e ricicliamo tutto il possibie», rileva Javier. «Ecco perché non è un grande investimento finanziario, eppure aiuta molta gente: siamo un paese povero e dobbiamo aiutarci a vicenda».

Il vento soffia forte a El Paraíso, e per questi ingegnosi amici ogni raffica rappresenta energia elettrica. «Avevamo i materiali e lo abbiamo finito in 15 giorni, installandolo su una collina per generare un segnale radio per la stazione ambientale», racconta Javier.

Ancora ricordano la prima volta in cui hanno visto il generatore funzionare: «Ci ha resi felici perché sapevamo che sarebbe stato di grande aiuto», prosegue Javier accanto a un sorridente Óscar.

Un ospedale al buio

Le notizie viaggiano rapidamente in un villaggio, soprattutto quando si tratta di risparmiare denaro in una comunità in cui per due mesi all’anno la produzione di caffè è il solo mezzo di sopravvivenza. A poco a poco, la gente degli altri villaggi è venuta a sapere dei due uomini che raccoglievano rifiuti nel tempo libero e li utilizzavano per produrre elettricità. Sulle prime, tutti pensavano che fosse uno scherzo. Poi...

Poi è arrivata il caso del centro sanitario di El Gamalotal, poco fuori da El Paraíso. Con la capacità di assistere 100 persone, il nosocomio era rimasto inutilizzato per la mancanza di elettricità. Dal momento che non vi era dove tenere refrigerate le scorte mediche, i bambini non ricevevano i loro vaccini, e nei giorni in cui era possibile amministrare le cure era il sole a decidere quando sarebbero terminati gli appuntamenti.

«Il sindaco di El Gamalotal ci ha contattati, spiegandoci la situazione». Circostanze che hanno spinto Óscar e Javier a raccogliere altro materiale e a costruire un altro generatore. In meno di un mese, il centro sanitario ha iniziato di nuovo a offrire ai suoi residenti servizi completamente gratuiti.

«Questo tipo di generatori ha vita lunga; quello che abbiamo installato nel centro sanitario ha funzionato senza problemi per un anno, e qui a El Paraíso il vento non cessa mai di soffiare», rileva Javier, schermandosi gli occhi dal sole per guardare le pale eoliche. Visto da lontano sembra un pesciolino colorato che fluttua nell’aria, in un dispositivo che consente a un’intera comunità di avere cure mediche.

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