Commento

Immobiliare al giro di boa

Casa dolce casa
(Carlo Reguzzi)
19 luglio 2017
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Il costo del denaro in Svizzera continua a rimanere a livelli storicamente bassi. Dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008 la curva dei tassi d’interesse ipotecari, per esempio, si è appiattita sempre più fino a sfiorare (e in alcuni casi superandolo al ribasso) l’uno per cento per scadenze a un anno. Una situazione che però non è destinata a durare ancora a lungo. Si è – per usare una metafora – se non all’ultimo, almeno al penultimo giro di giostra.

I tempi per una normalizzazione della politica monetaria, almeno nell’Eurozona, stanno maturando. Per la fine dell’anno, infatti, molti esperti si attendono che la Banca centrale europea annuncerà un abbandono graduale del programma di acquisto di titoli del debito pubblico e privato meglio noto come Quantitative easing. Da quel momento dovremmo assistere a un graduale aumento del costo del denaro che rimarrebbe comunque ancora a prezzi da discount, se paragonato a quello della fine del decennio scorso. A questo punto anche gli interessi ipotecari – non solo in euro – potrebbero incominciare a risalire. Una prova è data dalle dichiarazioni di fine giugno del presidente della Bce Mario Draghi in merito agli sviluppi positivi della dinamica economica nell’Eurozona che hanno fatto sì che i tassi d’interesse siano risaliti leggermente.

Per rimanere invece alla Svizzera, l’ultimo decennio, caratterizzato da tassi ipotecari estremamente bassi, ha conosciuto un fervore edilizio senza precedenti. Promotori immobiliari, impresari e anche famiglie attratte dal sogno della casetta di proprietà hanno alimentato una domanda molto forte che negli ultimi trimestri si sta lentamente affievolendo, tanto è vero che il tasso di sfitto e di abitazioni vuote in alcune regioni sta di nuovo aumentando. È un ulteriore segnale che la festa sta per finire e che si è al giro di boa.

L’atterraggio, stando all’ultimo monitoraggio immobiliare del Credit Suisse, non dovrebbe però essere né brusco, né troppo traumatico. Gli attori del settore si sono resi conto per tempo che valori troppo elevati dei prezzi immobiliari in combinazione con l’inasprimento dei requisiti di finanziamento avrebbero fatto diminuire la domanda e hanno quindi adeguato di conseguenza l’offerta. Non dappertutto, però. Tassi ipotecari così bassi potrebbero incentivare i ‘ritardatari’ (soprattutto tra i promotori immobiliari e gli investitori istituzionali alla ricerca di rendimenti positivi) a salire per ultimi su un treno che sta rallentando, con il rischio di trovarsi tra le mani oggetti invenduti o sfitti.

Alcuni segnali in tal senso ci sono anche in Ticino, dove l’unica regione – stando sempre all’ultimo studio del Credit Suisse dello scorso marzo – a conoscere un aumento dell’offerta abitativa nei prossimi anni sarà quella del Bellinzonese. Qualcuno ha denominato questo fenomeno ‘effetto AlpTransit’ legandolo all’apertura della galleria del San Gottardo e in particolare a quella prossima ventura del Monte Ceneri che dovrebbe accorciare le distanze tra Sopra e Sottoceneri. Da qui il fermento edilizio abbastanza evidente che sta contagiando la nuova Bellinzona, in cui prezzi più bassi di case e appartamenti rispetto agli altri agglomerati urbani – per ora, almeno – dovrebbero sospingere coloro che non possono più ambire a una casa di proprietà o in affitto sulle rive del Ceresio a spostarsi nella capitale cantonale. Sperando che ciò non sia solo l’ultima fiammata speculativa prima del grande gelo.

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