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Il presunto reclutatore di aspiranti jihadisti in esecuzione anticipata di pena alla Stampa

25 maggio 2017
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Dalla Farera è stato trasferito alla Stampa. Ovvero, dal carcere giudiziario a quello penale. Dove il presunto reclutatore di aspiranti jihadisti – arrestato il 22 febbraio nel blitz anti-terrorismo condotto dalla Polizia federale e da quella cantonale – è in esecuzione anticipata della pena. Lo ha riferito ieri la ‘Rsi’, secondo cui il 32enne dalla doppia nazionalità, svizzera e turca, residente a Lugano avrebbe ammesso una parte dei reati contestatigli, che inizialmente aveva respinto. Grazie a queste prime ammissioni, l’uomo – ex agente graduato della Argo 1, la ditta di sicurezza finita nel mirino della magistratura ticinese e della commissione Vigilanza del Gran Consiglio per il controverso mandato attribuitole dal Dss per la sorveglianza di centri per richiedenti l’asilo – ha potuto quindi ottenere il passaggio al nuovo regime, quello dell’espiazione anticipata della pena.
Sul 32enne indaga il Ministero pubblico della Confederazione (con lui è indagato, ma a piede libero, un cittadino turco, anch’egli interessato dal blitz). Stando sempre all’emittente di Comano, il 32enne avrebbe riconosciuto di aver manifestato idee troppo radicali. Negherebbe però di avere avuto legami con l’Isis. Anzi, si sarebbe dichiarato contrario al sedicente Stato islamico. C’è di più. L’uomo negherebbe di aver avuto contatti con, fra gli altri, Abderrahim Moutaharrik, il marocchino campione di kickboxing, che si allenava in una palestra luganese, condannato in Italia a sei anni per terrorismo.

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