Losone

Il consolato di Norvegia trasloca all'Albergo Losone

Glaus, Hauff e Meyer
24 giugno 2017
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Una piccola comunità, composta da una quarantina di persone sparsa in tutto il Ticino, proveniente da un grande Paese. Da giovedì sera i norvegesi nel nostro cantone hanno un nuovo luogo come punto di riferimento. Un luogo particolare. Per la prima volta (ed è un caso più unico che raro) la sede diplomatica della Norvegia è inserita in un hotel. Non uno qualsiasi: l’albergo Losone. Il passaggio delle consegne fra il console onorario uscente Dirk Meyer e quello entrante Diego Glaus (titolare della struttura alberghiera losonese) è avvenuto nel corso di un ricevimento convocato dall’ambasciatore di Norvegia Thomas Hauff. «In Svizzera siamo siamo circa 4-5mila – ci ha spiegato Hauff –. In Ticino alcune decine. Meyer ha svolto un compito egregio per 24 anni. Ha lavorato con la moglie, formando un team affiatato. Per la sua lealtà, la casa reale di Norvegia gli ha conferito l’onoreficenza di “Commander”». I coniugi Meyer raccontano alcuni dei momenti più belli degli ultimi 24 anni: «Dal ‘93 ad oggi, fortunatamente, non abbiamo dovuto affrontare nessun caso grave. L’apice – illustra il console onorario uscente – è stata la visita della regina Sonja in occasione della grande mostra delle opere di Edvard Munch al Museo d’arte moderna di Lugano, nel 1998. Fuori c’era sempre la fila è quell’anno il museo raddoppiò il numero di visitatori, che tocco quota 120mila». Come è cambiato il lavoro del console onorario? «Gli aspetti legati alla comunicazione si sono semplificati con l’avvento delle nuove tecnologie. Sono invece diventati più complessi gli aspetti burocratici per l’ottenimento dei documenti e relativi agli accordi di Schengen». Meyer è stato anche direttore delle Fart per 16 anni, fino al 2004: «Quando ho aperto il primo consolato a Locarno avevo l’età che ha oggi il mio successore». Meyer, di fronte alla piccola folla riunita negli spazi dell’albergo, si è dichiarato onorato di aver potuto rappresentare al meglio i cittadini norvegesi, la loro economia, la cultura e il turismo; ha cooperato con sette diversi ambasciatori. Glaus, dal canto suo, ha invece sottolineato quanto sia inusuale ospitare una rappresentanza diplomatica in un hotel. «Se ci si pensa bene è però il posto giusto, essendo un luogo d’incontro, di scambi e d’amicizia. Io mi prendo cura degli ospiti e lo stesso farò con i sudditi del regno di Norvegia».

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