Commento

Il bar e il Palazzo

14 febbraio 2017
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Scandalo all’ufficio stranieri. Sfogliando il domenicale del partito di maggioranza relativa abbiamo avvertito qualche brivido. Si fa di ogni erba un fascio, dedicando articolesse a ‘dipartimenti colonizzati’, ‘funzionari stranieri’, ‘partitocrazia che sbrocca’ e risposte al vetriolo al – citiamo – ‘Scandalo all’Ufficio della migrazione: l’eredità uregiatta!’. Come dire: vedete di chi è la colpa? Dei pipidì che hanno, come minimo, colonizzato e nominato degli italiani in quell’ufficio. Il motivo di tale campagna mediatica è sin troppo evidente: si vuole coprire la gaffe (se ‘solo’ di gaffe si tratta!) del ministro Gobbi. La tattica è del resto sempre quella: sparare fumogeni e cercare di puntare su diversivi. Vale dunque la pena ricordare un paio di fatti. Norman Gobbi è convinto, da sempre, che in determinati uffici dell’amministrazione (e comunque in tutto il suo dipartimento) debbano essere nominati solo cittadini svizzeri (da sempre o naturalizzati). Così da quando dirige le Istituzioni, assunzioni aperte solo a funzionari col passaporto rossocrociato. Si può dunque dire, senza tema di essere smentiti, che abbia applicato di fatto sin da subito una politica ispirata a ‘prima i nostri’. Molto probabilmente molti nostri cittadini col diritto di voto apprezzano questa sua netta linea politica. Anche se è opportuno chiedersi: ma all’interno della polizia, tanto per fare un esempio, non è forse ragionevole avvalersi delle competenze di qualche straniero che conosce certe realtà particolari, visto che si ha l’ambizione di non occuparsi solo di ladri di polli? Lo stesso ragionamento vale ovviamente anche in altri ambiti: dalla formazione, alla sanità ecc., a seconda delle necessità concrete dei vari settori professionali. Ma torniamo all’esternazione di Gobbi. La frase da lui pronunciata nell’intervista al ‘Tages-Anzeiger’ è chiara e mirata: ‘È stato un errore assumere un italiano’. C’è stato quindi un esplicito riferimento alla nazionalità di un funzionario e non semplicemente al fatto che in quella posizione particolarmente sensibile, perché si trattano permessi di lavoro per stranieri, è opportuno che non vengano assunti stranieri. E del resto, proprio in questo senso, non si è fatta attendere la risposta dell’ambasciatore italiano a Berna che ha fatto opportunamente notare come non gli risultasse che ‘gli italiani avessero il monopolio della corruzione’, precisando poi che ‘non è neanche vero che nella pubblica amministrazione italiana non ci sono svizzeri. Ce ne sono e noi siamo felici di averne’. L’uscita di Gobbi approderà in settimana in Consiglio di Stato. Scommettiamo? Il governo farà in modo di metterci una pezza, visto che non possiamo permetterci di entrare in collisione frontale coi nostri vicini. Troppi gli interessi in gioco. Molto probabilmente il governo cantonale dirà che Gobbi voleva dire semplicemente che in taluni uffici dello Stato non è opportuno che vi siano funzionari stranieri e che non desiderava assolutamente offendere i nostri apprezzatissimi vicini di casa, coi quali, anzi, i rapporti sono da sempre ottimi e lo saranno sempre da tutti i punti di vista! La Berna federale eviterà così di doversi spiegare per vie diplomatiche e tirerà un sospiro di sollievo per il fatto che il nostro ‘4 x 4’ non sia finito in Consiglio federale. Intanto Gobbi cambierà musica per qualche tempo, mentre ‘il Mattino’ continuerà a fare ‘il Mattino’. Ossia, nella migliore delle ipotesi, a sparare fumogeni e a buttarla in politica e non sapremo mai cosa veramente pensi Gobbi. Quella frase gli è scappata perché ha maldestramente detto ‘italiano’ al posto di ‘straniero’? O pensa veramente che gli svizzeri siano depositari dell’onestà e gli italiani abbiano il monopolio della corruzione? In sintesi: Palazzo delle Orsoline si posiziona a livello bar, o un po’ più in su?

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