Calcio

I Mondiali a 48? 'Ci saranno partite di cui si aspetterà solo la fine'. Ironico e caustico Marzio Mellini a Rft

11 gennaio 2017
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«Bellissimo!». Ma mica per davvero. È sarcastico Marzio Mellini, caporedattore di Sport, parlando dei Mondiali di calcio che passeranno da 32 a 48 squadre entro il 2026. «Ci sono evidenti logiche commerciali dietro questa rivoluzione, che vanno ben oltre il Blatter-pensiero – rileva Mellini parlando con i colleghi di Radio Fiume Ticino –. Blatter voleva allargare gli orizzonti, Infantino – che ne è successore– va ancora più in là. Il mercato era già stato ampliato. Ora si coinvolgono paesi che fino ad adesso non avrebbero nemmeno potuto pensare di poter partecipare a un Mondiale. L'idea non mi piace».

A preoccupare «oltre al discorso commerciale, che capisco, è l'aspetto tecnico. Il mondiale era nato come competizione in cui c'era una forma di palpitazione per la qualificazione. Parteciparvi era già un gran risultato in sé, un punto d'arrivo da raggiungere con orgoglio. Permettere a nazioni come Andorra, per assurdo, di prendervi parte è svilire i contenuti della manifestazione, intaccare la sua natura di torneo prestigioso per chi se lo è meritato. È regalarlo gratuitamente a tutti».

Per Mellini «il calcio ne esce impoverito. Ci saranno partite di cui la gente aspetterà la fine per vedere quelle serie». Detta altrimenti: «Si impoverisce di contenti tecnici ed emozionali una manifestazione che viveva di questo».

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