Archivio

I correttivi di Ducry e Merlini: Più collaborazione con l'Ue e lavoro dei magistrati da facilitare

18 novembre 2017
|

Intorno alla metà degli anni Ottanta, si era occupato fra l’altro, in veste di giudice istruttore cantonale, della ‘Pizza connection’, inchiesta internazionale approdata anche all’aula penale di Lugano, su uno dei più grossi casi di droga, riciclaggio e mafia. Anni dopo aveva diretto le udienze, al Pretorio di Locarno, della Corte d’Assise di Caltanissetta, giunta in Ticino per sentire per rogatoria alcuni testi ticinesi nel quadro del processo in Italia per il fallito attentato all’Addaura a Giovanni Falcone: collegato in videoconferenza dal carcere di Ascoli Piceno, un silente Totò Riina. Era il 30 maggio del 2000. Jacques Ducry, un passato anche da giudice istruttore federale straordinario, è da alcuni anni attivo in politica. Ma la giustizia e quindi anche l’azione di contrasto alla criminalità organizzata restano temi a lui cari. «Per quanto riguarda la Svizzera – dice l’ex magistrato – bisogna anzitutto metter mano al Codice di procedura penale, che oggi è troppo burocratico, troppo garantista: occorre rivederlo per facilitare il lavoro dei magistrati. Così come occorre adeguare le comminatorie di pena, e qui parliamo del Codice penale, per il reato di crimine organizzato ma anche per il riciclaggio». Di più. «Per una lotta efficace contro la mafia e i suoi patrimoni e alcuni illeciti transnazionali come la corruzione e la frode fiscale, servirebbero – aggiunge Ducry – una sola procura europea, un’unica polizia giudiziaria europea (cosa che permetterebbe una risposta investigativa rapida), un tribunale europeo ad hoc e dunque una sola procedura penale europea con norme che agevolino sequestri e confische. A tutto ciò la Svizzera potrebbe partecipare con un trattato bilaterale con l’Ue». A sollecitare una ‘rete’ più solida è pure Giovanni Merlini, avvocato e consigliere nazionale Plr. «Riuscire a migliorare la collaborazione internazionale a livello di assistenza giudiziaria in materia penale è fondamentale – rileva interpellato dalla ‘Regione’ –. Anche facilitando le procedure, oggi ancora molto formali. Se si potessero rendere più snelle si guadagnerebbe tempo». Il Consiglio federale qualche correttivo sembra volerlo adottare. Come aumentare il massimo della pena per chi fa parte di un’organizzazione criminale, oggi fissato a cinque anni. «Fa ridere! Come partito avevamo chiesto come minimo di raddoppiarlo – ricorda Merlini –. È un passo dovuto anche per non diventare attrattivi come paese, visto che gli altri sono molto più severi. Non basta comunque aumentare il limite: occorre che i giudici facciano pieno uso del loro potere di apprezzamento nell’erogare le pene». E urge pure agevolare la persecuzione di questi reati «rendendo meno difficile l’onere della prova a carico degli inquirenti. Quando ci riusciremo diventeremo più efficaci».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔