Estero

'Firmai arresto di Lopez sotto minaccia''

23 novembre 2017
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La giudice venezuelana che firmò il mandato di arresto contro il leader oppositore Leopoldo Lopez – che attualmente sconta agli arresti domiciliari una condanna a 14 anni di carcere – ha ammesso di averlo fatto sotto minaccia e si è rifugiata in Canada, dove ha chiesto l’asilo politico. In un’intervista al quotidiano canadese Globe & Mail, ripresa dalla stampa di Caracas, la 43enne Ralenis Tovar ha spiegato che prese la decisione di esiliarsi nel luglio scorso, quando un altro magistrato implicato nel processo contro Lopez è stato ucciso in circostanze misteriose.

"Nelson Moncada è stato trovato morto e anche lui era coinvolto nel caso Lopez. Ho pensato che doveva essere il governo che intendeva disfarsi in un modo o l’altro di chiunque avesse a che fare con la faccenda", ha detto Tovar. Nell’intervista, la giudice ha raccontato come nel febbraio del 2014, mentre stava tornando a casa, il presidente del Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj) le ha telefonato per dirle di tornare subito in ufficio. Una volta tornata in tribunale è stata accolta da quattro pubblici ministeri che le hanno consegnato tre mandati di arresto da firmare, uno dei quali era per Lopez. "Sono rimasta di pietra, perché sapevo quale era il vero motivo di quel mandato, che era di silenziare un leader politico che rappresentava un ostacolo per il presidente Maduro", ha detto la giudice. Dopo aver firmato il mandato – i pubblici ministeri minacciavano di farle fare la fine di Maria Lourdes Afiuni, una giudice arrestata su ordine di Hugo Chavez e poi violentata in carcere – Rovar è stata messa sotto controllo della polizia politica di Caracas, pedinata e con il telefono intercettato.

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