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Elicotteri e incendi: 'Rispettate le regole. Nessun risarcimento ai privati'

(©Ti-Press / Benedetto Galli)
19 giugno 2017
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Punto uno: l’impiego dei Super Puma militari per lo spegnimento degli incendi boschivi è sempre avvenuto nel rispetto delle regole e dei ruoli. E, quindi, punto due: non verrà saldata la richiesta di risarcimento di oltre seicentomila franchi fatta pervenire al Consiglio di Stato dalle ditte di elicotteri privati, le quali reclamavano di essere state messe a terra a causa dell’ingiustificato utilizzo di velivoli dell’esercito. E, infine, punto tre: la convenzione tra privati ed ente pubblico che regola la questione è in effetti datata – risale al 2004 – e si è perciò disponibili a discuterne. Magari per procedere a un suo aggiornamento.
Ecco le tre mosse con le quali il governo risponde picche agli elicotteristi privati. Risponde tramite una lettera inviata negli scorsi giorni all’Heli-Tv di Giovanni Frapolli, all’Heli-Rezia di Renato Belloli e alla Eliticino-Tarmac aviation di Rolf Marending. Una lettera elaborata da diversi dipartimenti e che, al netto dei ‘no’, apre uno spiraglio che potrebbe dar via a delle trattative, placando forse una polemica divampata nelle scorse settimane. O perlomeno infuocatasi da metà maggio, quando nel vaso di Frapolli, Belloli e Marending è caduta la classica goccia che lo ha fatto traboccare. Nei primi mesi del 2017 per spegnere gli incendi boschivi in val Morobbia, sul Ceneri e a Osco, sostenevano in buona sostanza i tre in una missiva fatta recapitare a Palazzo delle Orsoline, l’ente pubblico avrebbe – nuovamente – scelto di chiamare i più convenienti Super Puma dell’esercito, lasciando a terra i privati. E tutto ciò in barba a una convenzione firmata tra le parti e che, si sottolineava sempre nella missiva, darebbe la precedenza agli elicotteri civili. Ergo: il governo ci deve seicentoventicinquemila franchi per le 172 ore di volo a cui abbiamo dovuto rinunciare. Governo che legge però diversamente la vicenda e la convenzione. Stabilendo per l’appunto che si sono rispettate le regole, che si è agito correttamente e che di conseguenza quei seicentoventicinquemila franchi di rimborsi non stanno né in cielo, né in terra.

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