Commento

Due trovate un poco folli

22 marzo 2016
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Una trovata è un espediente per uscire da una situazione difficile. Due trovate, apparentemente un poco folli, sono emerse in questi giorni. Forse preludio a una maggiore follia. La prima trovata è di alcuni economisti. In parole semplici: la crescita non cresce più; problema di tutte le economie; bisogna creare domanda (aumentare i consumi); un metodo sicuro per farlo è distribuire moneta da spendere ai cittadini. Che la Banca centrale elargisca mille euro o mille franchi da spendere ad ogni cittadino, e domanda ed economia ripartiranno. Non è un’idea nuova. L’economista americano Milton Friedman l’aveva suggerita alla fine degli anni Sessanta: immaginava un banchiere che dall’alto di un elicottero inondava un paese di biglietti da mille; tutti si sarebbero precipitati a raccoglierli, li avrebbero spesi, stimolato l’economia (si è persino creata l’espressione ‘helicopter money’). La seconda trovata è l’iniziativa per un reddito di base incondizionato (su cui voteremo il prossimo giugno). L’idea è di garantire una somma mensile (circa 2’500 franchi) a ogni residente svizzero indipendentemente dalla sua situazione professionale o personale (campagna lanciata a Zurigo distribuendo 10 franchi). L’iniziativa non ha solo un fine economico, vorrebbe anche rispondere al “come vivere” domani, tenendo in considerazione i diritti umani. Il costo inimmaginabile le taglia le gambe. Se si giunge a trovate del genere, apparentemente folli, è perché ci sono come causa almeno tre fallimenti. Il primo dell’economia in genere: è chiaro che non funziona la redistribuzione della ricchezza creata. Facendo del lavoro unicamente un costo, si è tolto potere d’acquisto ai lavoratori, sia riducendo la massa salariale distribuita, sia creando disparità e diseguaglianze di reddito enormi, punendo soprattutto la classe media. Il secondo della politica monetaria adottata dopo la crisi: le banche centrali hanno iniettato somme enormi per rilanciare l’economia o sostenere la moneta, ma quelle cifre versate alle banche hanno alimentato principalmente la speculazione finanziaria (non si spiegherebbe altrimenti il rapporto paradossale fra 13 e 1 tra economia finanziaria o di carta ed economia reale o materiale). Il terzo è il forzato indebitamento degli enti pubblici, diventato nemico numero uno dovunque (e quindi austerità, tagli dei bilanci anche in settori chiave, come la formazione), enti costretti a sostenere le irrazionalità dell’economia o supplire alle disastrose conseguenze sociali create da mercato e finanza. C’è però un fattore già in atto o di prossimo avvenire che renderà tutt’altro che folli quelle trovate. Le renderà forse in qualche modo inevitabili Negli Stati Uniti si constata che l’automatizzazione (nuove tecnologie numeriche, robotizzazione diffusa anche nei servizi) distrugge più impieghi di quanto ne crei. Salterà il 47 per cento dell’occupazione. In Europa si calcola che dal 40 al 60 per cento degli impieghi sono ormai minacciati. La prospettiva, detta in termini spicci, è che si creerà ancora ricchezza, ma con sempre minor lavoro (umano), con sempre minor reddito da lavoro distribuito. Se non si penserà a ripartire diversamente la ricchezza creata perderà di senso anche l’economia. Questa sarà la vera follia.

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