Castellinaria

Dopo l'inferno

Anita B.
17 novembre 2014
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«Il fatto di parlare dell’Olocausto in termini diversi crea un rifiuto, si è abituati ai film sui campi di concentramento, ma non sul dopo». Così ci dice Roberto Faenza, che a Castellinaria ha presentato il suo ultimo film, 'Anita B.'. Un film che torna ad osservare quello che il regista italiano definisce «un vuoto della storia lungo 40 anni», cioè il racconto del post-seconda guerra mondiale. In questo caso dal punto di vista di chi, sopravvissuto ai campi di sterminio, si scontra con il rifiuto della propria stessa comunità: «Non riuscivano ad instaurare un dialogo, si vergognavano o non erano creduti». Per cui la protagonista si sente subito dire: «Auschwitz deve restare fuori da questa casa».

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