Estero

Disturbi nell'apprendimento? La Scuola Svizzera di Milano 'non fa per te'. E scoppia la polemica

(Wikipedia)
30 luglio 2017
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“Essendo la Scuola Svizzera impegnativa e multilingue, non è ottimale per studenti affetti da disturbi dell'apprendimento, quali: dislessia, discalculia, Adhs, Sindrome di Asperger, autismo e disturbi comportamentali”. È una norma che fa discutere quella introdotta lo scorso 16 maggio dal Consiglio della Scuola Svizzera di via Appiani a Milano.

Del 'regolamento shock' ne ha parlato 'La Repubblica' che ha registrato le considerazioni di Giovanni Merlo, direttore della Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha): “Sono patologie molto più diffuse di quanto si pensa”. In Italia soffre di disturbi dell'apprendimento il 3 per cento della popolazione, due milioni di persone. Trecentocinquantamila sono studenti.

Frasi alle quali ha ribattuto l'avvocato Luca Corabi De Marchi, presidente della Scuola Svizzera: “Non volevamo essere discriminatori, né escludere nessuno. Volevamo semplicemente avvertire i genitori interessati che il percorso scolastico non è semplice, perché basato sull'insegnamento in più lingue. Quanto riportato nel regolamento è un consiglio che si ispira alla cultura protestante da cui veniamo, in cui le cose si dicono chiare. Non vogliamo che si vada tutti avanti e poi, magari, qualcuno cade”.

“Siamo di fronte a una scuola triste e vecchia che probabilmente rifiuterebbe l'iscrizione di grandi come Albert Einstein e Alan Turing – ha replicato dal canto suo Merlo –. Quella della Scuola Svizzera è un'idea che denota una qualità pedagogica molto bassa, in cui vale il principio che ci si educa e istruisce solo tra simili. Inoltre, in Italia esiste una legge sull'inclusione scolastica che vieta le discriminazioni e dimostra che si cresce meglio tutti insieme, ognuno con le sue differenze. Dispiace che dopo tanti anni in Italia gli svizzeri non abbiano capito come interpretare questa norma”.

Alla Scuola Svizzera affiorano inoltre altri problemi 'logistici', i quali però assumono tutt'altro valore: “Essendo l'edificio su più livelli, privo di ascensore, non è altresì una scuola adatta a studenti con gravi handicap motori”. Ancora Merlo: “Trovo incredibile che in tutti questi anni non abbiano avuto i soldi per far costruire un ascensore”. Anche in questo caso è pronta la replica di Francesco Maiello, il nuovo direttore scolastico insediatosi da un mese, che spiega: “Purtroppo l'edificio risale agli Anni Venti del Novecento, l'ascensore non c'è perché all'epoca non esistevano. Magari nei prossimi mesi rifletteremo sulla possibilità di farlo mettere”. Sulla questione è intervenuto anche il Provveditore agli Studi di Milano, Marco Bussetti: “In assenza di ascensore dovrebbe essere garantito almeno l'accesso al piano terra con la classe sullo stesso piano".

''Tutto questo è inaccettabile. E' l'esatto contrario del modello inclusivo di scuola che è previsto in Italia. Questa non è la Milano che vogliamo'' ha scritto su Facebook il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. 

 

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