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Dal Liceo al governo: 'Non espellete quella famiglia'

(©Ti-Press / Francesca Agosta)
25 giugno 2017
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Centinaia e centinaia di “no”. Centinaia e centinaia di “non espellete” i nostri amici curdo-siriani e la loro famiglia verranno consegnati domani pomeriggio a Palazzo delle Orsoline. Segno che la lettera dei freschi ‘maturati’ della 4 C del Liceo di Lugano 1 – lettera spedita tre giorni fa al direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) Manuele Bertoli e che chiedeva per l’appunto la “revoca di espulsione della famiglia Gemmo” – non è rimasta inascoltata: tra venerdì e ieri si è raccolto oltre mezzo migliaia di firme in una petizione su carta e online. Non mancano i nomi noti e le sottoscrizioni verranno per l’appunto recapitate a Bellinzona con la speranza che il governo non dia seguito all’allontanamento dei due figli maggiorenni (di 18 e 19 anni) deciso da Berna.
Moglie, marito e cinque figli, i Gemmo fanno parte della minoranza curda e, raccontano gli oramai ex allievi del Liceo di Lugano 1, sono fuggiti dalla Siria quattro anni fa. La prima destinazione, la Grecia. Dove sarebbero stati registrati a loro insaputa come rifugiati politici con la semplice rilevazione delle impronte digitali. Arrivati in Svizzera hanno dunque dovuto fare i conti con la Convenzione di Dublino, per la quale – in soldoni – è possibile richiedere l’asilo in un unico Stato della Comunità europea. E dato che tale convenzione è in vigore anche in Svizzera, la famiglia dovrebbe tornare in Grecia. Una decisione presa dalla Segreteria di Stato per la migrazione e contro la quale la famiglia ha inoltrato ricorso, chiedendo l’effetto sospensivo. Effetto sospensivo concesso ai genitori e ai tre figli minorenni, ma non ai due maggiorenni. I quali dovrebbero perciò lasciare il paese entro il 30 giugno. “Una questione che reputiamo tremendamente ingiusta”, scrivono i ragazzi del liceo che domani saranno a Bellinzona assieme ai due giovani siriani ai quali è stato consegnato il foglio di via. Ma che cosa potrebbe fare il Cantone in una decisione presa a Berna e legittimata da accordi internazionali? Al Cantone spetta l’esecuzione degli allontanamenti. E in tal senso Bellinzona potrebbe forse rinunciare – per ragioni ‘straordinarie’ – a svolgere il proprio compito. Si vedrà. Della questione il Consiglio di Stato ne discuterà verosimilmente nella seduta di martedì.

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