Cinque anni per Falciani
Il Tribunale penale federale ha condannato Hervé Falciani a una pena di cinque anni di prigione (meno i 170 giorni di carcere estradizionale già patito). L’ex informatico della banca Hsbc, che non si è presentato al processo, è stato ritenuto colpevole di spionaggio economico (articolo 273 CP, minimo un anno di prigione, ndr), ma è stato assolto dagli altri capi di imputazione, come la violazione del segreto commerciale (art. 162 CP), la violazione del segreto bancario (art. 47 LB) e la sottrazione di dati (art. 143 CP). Contro la sentenza è possibile fare ricorso. Il procuratore federale Carlo Bulletti chiedeva una pena di sei anni di reclusione. La difesa domandava invece al massimo due anni, con possibilità di sospensione condizionale. Laurent Moreillon, avvocato della banca ginevrina Hsbc Private Bank (Suisse), dove lavorava Falciani, e costituitasi parte civile, si era allineato alla richiesta del procuratore, auspicando una pena “pesante”. Falciani era accusato di avere copiato, dal 2006 al 2008, dati bancari della filiale ginevrina di Hsbc e di averli in seguito, dal 2008 al 2014, resi accessibili a diverse ditte private e agli organismi pubblici di diversi Paesi. Il legale della banca aveva parlato di danni collaterali “inestimabili” commessi dall’accusato. L’ex informatico franco-italiano si era appropriato dell’equivalente di 2,6 milioni di pagine, o ancora, più di 5’300 raccoglitori federali di dati non elaborati, informazioni inutili ma anche sensibili, ha precisato. La divulgazione – sempre secondo Moreillon – ha interessato una grande maggioranza di clienti onesti. Bulletti, invece, aveva sottolineato che “non sappiamo se Falciani si è fatto pagare per trasmettere i dati della filiale ginevrina di Hsbc in suo possesso, ma questo non è importante” per formulare una condanna. Secondo il procuratore si tratta infatti di un caso grave di spionaggio economico (ai sensi dell’articolo 273 del Codice penale), considerati sia la durata dell’attività criminale sia il valore dei segreti traditi, che ha costretto la Sviz-zera ad affrontare una crisi diplomatica. Il difensore di Falciani, Marc Henzelin, aveva invece sostenuto che il suo cliente “ha avuto accesso facilmente a un’enorme quantità di dati” ed è stata proprio questa facilità ad averlo “turbato”. “Tutto porta a dire che esistevano numerose falle”, ha continuato l’avvocato, che si è riferito in particolare a un rapporto severo dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) nei confronti della filiale ginevrina. Henzelin aveva ammesso che l’episodio in cui Falciani avrebbe chiesto da 100mi-la a 150mila dollari a una banca libanese in cambio di dati “non è molto glorioso”. Ma “niente indica che i dati che voleva vendere a Beirut erano in effetti della Hsbc Svizzera”.
La Corte, presieduta da David Glassey e giudici a latere Jean-Luc Bacher e Giuseppe Muschietti, ha assolto Falciani dai reati di violazione del segreto bancario, violazione del segreto commerciale e di sottrazione di dati in quanto la loro eventuale commissione (delitti) è avvenuta prima del 27 novembre 2008 e sono quindi caduti in prescrizione. Non così per il reato di spionaggio economico considerato un crimine. Stando alle motivazioni della Corte lette in aula, l’intenzione di rendere accessibili i dati sottratti a concorrenti diretti della Banca Hsbc era evidente già in occasione del suo viaggio in Libano nel luglio del 2008. In quella occasione incontrò, sotto la falsa identità di Ruben Al-Chidiak, i rappresentanti di Byblos Bank Sal, Ffa Private Bank Sal, Société Générale de Banque, Bloom Bank Sal. Stando sempre ai giudici federali di Bellinzona, in almeno tre occasioni Falciani tentò di contattare via posta elettronica – per avere un evidente tornaconto personale – le autorità fiscali di Germania (3 marzo 2008); Regno Unito (18 marzo 2008) e Francia (2 aprile 2008). Indipendentemente dal buon fine di questi tentativi, è stata sufficiente la prova dell’intenzionalità dell’atto per far commettere il reato di spionaggio economico.
