Estero

Campione ultratrail nudo sul Monte Bianco, contro i divieti

18 agosto 2017
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Nudo sul Monte Bianco, in segno di protesta. Al catalano Kilian Jornet Burgada, icona mondiale dello skyrunning e dello scialpinismo, non è andato giù l’obbligo dell’attrezzatura alpinistica per raggiungere la vetta.

Lui, che delle scalate con "lo stretto necessario" ha fatto la sua filosofia di vita e che a 29 anni, sul tetto d’Europa, ha già macinato ogni tipo di record di velocità, non ci ha pensato due volte. Così, poco dopo l’ordinanza del sindaco di Saint-Gervais (Francia), Jean-Marc Peillex, ha diffuso una sua foto senza vestiti sulla cima, twittando in modo provocatorio: "Se si sale dal versante italiano è legale?".

https://twitter.com/kilianj/status/898228510933778432 

 

"Oggi il troppo è troppo, di fronte ai rifiuti di ascoltare i messaggi di prevenzione, ho deciso di firmare questa ordinanza", spiega Peillex dopo la scomparsa, a Ferragosto, di un quarantaseienne francese partito in tenuta da trail per conquistare la vetta. Due giorni dopo il suo corpo senza vita è stato trovato in fondo a un crepaccio.

Lo stesso Kilian e un’altra atleta, quattro anni fa, erano stati salvati dall’elicottero della gendarmeria dopo essere rimasti bloccati sull’Aiguille du Midi con indosso scarpe da ginnastica. "In alta montagna si va con il materiale adeguato, credo sia corretto indicarlo alle persone. E’ una cosa impensabile che per quanto uno vada veloce, di corsa, si debba esporre a dei pericoli", sottolinea il presidente della Società guide di Courmayeur, Giulio Signò.

Il provvedimento di Peillex prevede un elenco del "minimo indispensabile" per scalare la vetta lungo la via dell’Aiguille du Gouter: si va dagli occhiali da sole alla crema per evitare scottature, passando per scarpe d’alpinismo, ramponi, kit per uscire dai crepacci, piccozza, gps, corda, giacca e pantaloni caldi.

"Non credo sia corretto, almeno in Italia, doversi occupare con le ordinanze di questioni che vanno al di là del territorio urbanizzato e che riguardano etica e sensibilità personali", commenta il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard. Per il primo cittadino, escludendo "i casi dei bambini, esiste una sfera prevalente che è quella dell’autoresponsabilità: una persona senza preparazione non dovrebbe mettersi in testa di andare sul Monte Bianco come fa Kilian".

Plaude invece l’associazione Jassim, nata per sensibilizzare alla sicurezza in montagna dopo la scomparsa tre anni fa del francese Jassim Mazouni, che proprio oggi avrebbe compiuto 20 anni. Con la sua guida, sulla meno frequentata via italiana al Monte Bianco, era partito dal rifugio Gonella nonostante la nevicata in arrivo. Per familiari e amici l’ordinanza, oggi, è "un vero regalo". (Ats)

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