Economia

Bene il commercio svizzero nel terzo trimestre

(Carlo Reguzzi)
19 ottobre 2017
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Terzo trimestre dinamico per il commercio estero svizzero: le esportazioni si sono attestate a 54,0 miliardi di franchi, il 2,5% in più dello stesso periodo dell’anno precedente, tenuto conto delle correzioni per i diversi giorni lavorativi.

Le importazioni sono da parte loro salite del 7,4% a 45,4 miliardi, informa oggi l’Amministrazione federale delle dogane (Afd). In termini reali – ossia con i valori corretti in base all’evoluzione dei prezzi sulla base di valori medi – la progressione è rispettivamente dell’1,4% (export) e dell’1,6% (import). Il saldo della bilancia commerciale è sceso da 10,3 a 8,5 miliardi.

La tendenza favorevole che si osserva dall’inizio dell’anno è proseguita fra luglio e fine settembre, pur a un ritmo meno sostenuto, mette in rilievo l’Afd.

Per quanto riguarda le esportazioni, i vari settori hanno vissuto un’evoluzione eterogenea. Sono arretrati i segmenti gioielli (-17%) e carta (-2%). Stabili (+1%) i prodotti chimici e farmaceutici, che con 23,9 miliardi rappresentano la parte del leone, mentre crescono alimentari e tabacco (+4%, strumenti di precisione (+4%), materie plastiche (+5%), macchine ed elettronica (+5%), veicoli (+5%), orologeria (+5%), metalli (+12%) e tessili (+27%).

A livello regionale, si mantiene più o meno costante l’export verso l’Europa (+1%), mentre sale quello diretto in Asia (+7%) e Nordamerica (+4%). Riguardo ai singoli paesi possono essere osservati con interesse Cina (+14%), Germania (+3%), India (+6%), Regno Unito (-3%), Italia (+6%) e Russia (+31%).

Sul fronte delle importazioni la crescita più consistente è da attribuire ai gioielli (+20%). In netta progressione sono anche i metalli (+12%), prodotti chimici e farmaceutici (+11%), prodotti energetici (+10%), tessili (+9%), macchine ed elettronica (+8%), nonché materie plastiche (pure +8%). Progrediscono anche alimentari (+5%), strumenti di precisione (+4%) e carta (+3%), mentre arretrano veicoli (-1%) e orologi (-15%).

Per quanto concerne la provenienza dei prodotti va segnalato il calo del Nordamerica (-10%) a fronte dell’avanzata dell’Asia (+17%), con la Cina a +6%. L’Europa segna +6%, sulla scia del +7% della Germania. (Ats)

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