Economia

BCE, Draghi riafferma la cautela: completare il quantitative easing prima di rialzare i tassi d'interesse

24 maggio 2017
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La ’guidance’ della Bce non si tocca: Mario Draghi riafferma l’intenzione di alzare i tassi solo dopo che sarà terminato il quantitative easing, e dunque probabilmente non prima della fine del prossimo anno.

Con un occhio all’inflazione, le cui previsioni rimangono contenute, ma l’attenzione rivolta anche al rischio di un ritorno dei timori sulla sostenibilità dei debiti pubblici nell’Eurozona. È la Financial Stability Review della Bce, il rapporto semestrale sui rischi finanziari, a evidenziare le tensioni che si stanno riaffacciando, fra rischi politici, crescita bassa in alcuni Paesi e debiti troppo alti.

L’Eurotower ha "rivisto al rialzo" il rischio di un ritorno di fiamma dei timori di sostenibilità del debito che, non più di quattro anni fa, tenevano in scacco anche l’Italia. Gli spread potrebbero tornare ad impennarsi a seguito di "un periodo prolungato di incertezza geopolitica", facendo salire il costo del debito e innescando "timori sulla sostenibilità del debito in alcuni Paesi", insomma il circuito vizioso visto durante la crisi.

Rischi che potrebbero esacerbati dall’indebitamento delle aziende; dalla corsa ai rendimenti che, in questi anni di tassi negativi, ha visto protagonisti fondi pensionistici e assicurativi; e dall’alto livello dei crediti deteriorati di alcuni sistemi bancari. Sullo sfondo c’è comunque una ripresa dell’Eurozona che procede forte, con Draghi che anticipa una "solidità che continua nei prossimi trimestri".

Ma assieme a proiezioni d’inflazione che non arrivano all’1,6% (mentre la Bce ha un obiettivo "vicino ma inferiore al 2%"), lo scenario continua a richiedere cautela: Draghi, con la Bce da lui guidata che ha fatto crollare gli interessi anche sul debito italiano, a Madrid ha detto oggi che "non c’è motivo per deviare" dalla forward guidance, l’orientamento delle aspettative dei mercati con cui la Banca Centrale ha finora indicato che intende prima concludere il quantitative easing, e poi rialzare i tassi. Draghi ribadisce la ’guidance’ dopo le aperture di diversi membri della Bce, da ultimo il consigliere esecutivo francese Benoit Coeuré, a un rialzo anticipato dei tassi (attualmente a -0,40%).

E avanza una spiegazione per quell’orientamento: il Qe produce più effetti collaterali dei tassi negativi. Se ne discuterà l’8 giugno, nella riunione della Bce a Tallinn quando Draghi potrebbe far intravedere cambiamenti all’orizzonte adottando una posizione più ’neutrale’ e non più espansiva. (Ats)

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