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Amazzonia, trovate 381 nuove specie

9 settembre 2017
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L’Amazzonia: parliamo del più complesso sistema fluviale al mondo. Un sistema che però rischia danni irreversibili a causa delle oltre 420 dighe idroelettriche progettate (circa 140 sono già realizzate o in fase di costruzione). Eppure parliamo di un’area dove ogni due giorni viene scoperta una nuova specie, e che quindi nasconde dei veri e propri “gioielli” di biodiversità ancora inesplorati.

Il bacino dell’Amazzonia, infatti, si estende su una superficie di oltre 6 milioni di chilometri quadrati ed è il sistema fluviale più complesso del globo. Da una parte si vogliono ridurre le emissioni di CO2, dall’altra però le dighe mettono a rischio il naturale movimento dei sedimenti fluviali, che sono una cruciale fonte di sostanze nutritive per la fauna.

Che fare dunque? Bisogna puntare sull’energia alternativa e ridurre i consumi se non si vuole perdere la biodiversità della foresta pluviale dell’Amazzonia.

Un nuovo report di WWF e Mamirauà Institute for Sustainable Development, lanciato da San Paolo del Brasile, rivela che in Amazzonia vengono scoperte nuove specie animali e vegetali alla media di una ogni due giorni, un tasso mai osservato in questo secolo. Tra il 2014 e il 2015 sono ben 381 le nuove specie scoperte: 216 piante, 93 pesci, 32 anfibi, 20 mammiferi (due dei quali fossili), 19 rettili e un uccello.

Il tasso di scoperta è superiore a quello delle precedenti indagini: nel rapporto WWF 1999-2009 le specie scoperte erano state di 111 all’anno, una ogni tre giorni, mentre quello del 2010-2013 riportava 441 nuove specie scoperte, una ogni 3,3 giorni.

Ricardo Mello, coordinatore del programma WWF-Brazil Amazon, afferma che la vita in questo bioma straordinario è ancora un grande enigma: “Queste scoperte confermano che c’è un’immensa varietà e ricchezza di biodiversità, è il segnale che abbiamo ancora molto da conoscere sull’Amazzonia”. Secondo il WWF i nuovi risultati dovrebbero spingere i responsabili decisionali, sia pubblici che privati, a considerare gli impatti irreversibili causati da progetti su larga scala come le strade, le dighe a scopo idroelettrico, lo sfruttamento minerario. “Questa biodiversità deve essere conosciuta e protetta. Gli studi indicano che il maggior potenziale economico di una regione come l’Amazzonia non può prescindere dal considerare la biodiversità in funzione di un nuovo modello di sviluppo che consideri questo inestimabile patrimonio per la cura delle malattie e per scopi alimentari” conclude Mello.

La foresta incantata

Lo studio presentato dal WWF consolida i risultati di diversi ricercatori che per due anni hanno effettuato controlli presso la foresta pluviale amazzonica. Non solo: è di questi giorni la notizia della sospensione del decreto Temer, che avrebbe messo a rischio la Reserva nacional do Cobre e Associados (Renca) con la costruzione di nuove miniere, zona dove sono state trovate diverse nuove specie animali e vegetali. Il decreto del presidente brasiliano Michel Temer, infatti, prevedeva l’abolizione della riserva naturale di Renca, la più grande area protetta dell’Amazzonia, grande più della Svizzera, per permetterne lo sfruttamento minerario. All’interno della regione, ricca di oro e altri minerali, esistono tra l’altro due riserve indigene. Per il WWF, così come tutti gli ambientalisti del posto, si è trattato di un attacco gravissimo alla natura del Paese. Ma ecco alcune tra le specie più interessanti che sono state scoperte dagli scienziati e che sono documentate nel nuovo report del WWF:
• L’Inia araguaiaensis una nuova specie di delfino di fiume rosa la cui popolazione è valutata in circa 1’000 individui. La specie è purtroppo minacciata dalla costruzione di dighe idroelettriche e dalle attività di agricoltura e allevamento intensivi. I delfini di fiume rosa rivestono un ruolo cruciale nella cultura dell’Amazzonia e sono protagonisti di molti miti e leggende.
• Callicebus miltoni, la scimmia dalla coda di fuoco.
Questa incredibile scimmia che vive nell’Amazzonia meridionale deve il suo nome alla sua coda lunga arancione e brillante. La specie è minacciata dalla deforestazione.
• Lo Zimmerius chicomendesi, un uccello che rende omaggio al grande ambientalista brasiliano Chico Mendes. Individuato dal suo canto fino ad ora sconosciuto dai ricercatori, questo piccolo uccello tropicale deve il suo nome a Francisco Alves Mendes Filho che ha svolto un ruolo chiave nel denunciare gli abusi e la distruzione dell’Amazzonia.
• Il Nystalus obamai, un uccello che prende nome dall’ex presidente americano Barack Obama e che vive in un grande territorio tra Brasile, Perù e Ecuador.
• L’Hypocnemis rondoni un altro uccello che prende il nome dal celebre antropologo ed esploratore Marechal Cândido Rondon. Vive nell’Amazzonia meridionale.
• Il Potamotrygon limai una razza d’acqua dolce con un interessante disegno geometrico sul dorso che vive in alcuni corsi d’acqua dell’Amazzonia
• Il Tolmomyias sucunduri un uccello che si trova nell’Amazzonia meridionale, nella regione di Sucunduri, dove il WWF è impegnato in numerosi progetti di conservazione.

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