Società

Addio alla donna che annunciò e raccontò la seconda  guerra mondiale

Clare Hollingworth
10 gennaio 2017
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Ci sono “scoop del secolo” che svaniscono nella memoria la settimana successiva. Quello messo a segno nell'agosto 1939 da Clare Hollingworth, veterana del giornalismo britannico morta oggi alla bella età di 105 anni a Hong Kong, fu davvero un colpo memorabile. Si deve a lei - alla sua penna, ai suoi occhi, al suo coraggio - la diffusione della prima fatale notizia dell'invasione tedesca della Polonia, destinata a innescare la tragedia della II Guerra Mondiale. Ad altri sarebbe bastato e avanzato per campare di rendita tutta la vita. Per riposare sugli allori e tromboneggiare un po'. Non a lei, che già negli anni precedenti si era prodigata per aiutare almeno 2-3'000 persone ad ottenere un visto britannico e sfuggire alle orde hitleriane.

Minuta ma indomabile, come appare con tanto di acconciatura anni 30 in qualche affascinante foto d'epoca, orgogliosa nel vezzo di dichiarasi ostile al femminismo, avrebbe continuato anche nei decenni successivi a girare il mondo fra conflitti e avventure, dal Medio Oriente alla Cina, e a svelare segreti: non ultimo quello della fuga in Unione Sovietica di Kim Philby, transfuga per antonomasia nella storia degli 007 britannici.

Nata nel 1911 in una famiglia della middle class inglese a Leicester, Clare aveva studiato in patria e poi in Svizzera, per specializzarsi quindi in lingue slave nell'allora regno di Jugoslavia. Entrata nel giornalismo nemmeno 25enne, dopo aver spuntato un contratto da “stringer” per il Daily Telegraph dalla Polonia, si dedicò fin da subito anche ad attività umanitarie, lavorando per un'organizzazione di aiuto ai profughi minacciati dal nazismo.

Il suo momento di “gloria” arrivò a fine agosto del 1939. Mandata dal giornale nel sud del Paese, e attraversato il confine con la Germania, fu la prima reporter a notare il movimento seminascosto di forze della Wehrmacht e a darne notizia appena rientrata in terra polacca. «Ipotizzai che l'alto comando tedesco si preparasse ad attaccare a nord di Katowice... e in effetti fu esattamente lì che scatenarono poi la loro invasione da sud», si legge in un libro di memorie.

L'invasione avvenne tre giorni dopo, il primo settembre, e Clare fu di nuovo la più rapida a testimoniarla, telefonando al capo dell'ufficio di corrispondenza del Telegraph a Varsavia. E costringendolo ad ascoltare dalla cornetta il rumore dei panzer prima di riuscire a convincerlo a trasmettere le prime righe a Londra. Righe non firmate (allora si usava così), ma destinate tuttavia a valerle una fama meritata quanto duratura.

Il seguito della sua vita non sarebbe stato tanto diverso, salvo il passaggio all'Economist, al Guardian, infine al Daily Express. A suo agio fra giornalisti e spie, fra diplomatici e generali (a parte il leggendario Montgomery che nel '42 la costrinse a lasciare Il Cairo e spostarsi fra gli americani sul fronte algerino perché non voleva «donne tra i piedi») coprì dall'Africa ai Balcani l'evoluzione di quel conflitto che aveva annunciato. E a carneficina finita, non smise di rischiare la pelle: a Gerusalemme (nel giorno dell'attentato terroristico dei nazionalisti sionisti contro l'hotel King David), in Algeria (per mano dei miliziani dell'ultradestra francese), in Vietnam.

Mentre nel 1963 fu ancora lei a scoprire il ruolo di Philby nel circolo di spie comuniste di Cambridge passate al servizio dell'Urss e a rivelarne la fuga in Russia (ma in quel caso il suo scoop venne tenuto in frigo dal Guardian per tre mesi). Negli anni '70 Clare Hollingworth terminò una carriera senza pari nella Cina di Mao e si trasferì a Hong Kong, per rimanervi negli ultimi 4 decenni di vita. Membro attivo peraltro fino alla fine del Foreign Correspondents Club, dove a ottobre era stata celebrata come un'icona nel compleanno numero 105. E dove ha continuato a farsi leggere con passione quotidiana i giornali da qualche giovane collega quando quegli occhi, che tanto avevano visto, si chiusero sui suoi ricordi.

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