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Accordo italo-svizzero: ‘L'Italia non può firmarlo”

(Pablo Gianinazzi)
30 settembre 2016
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A Roma l'accordo italo-svizzero sull'imposizione fiscale dei frontalieri, parafato lo scorso dicembre, è finito su un binario morto, anche se, dopo essere stato confezionato dalle due delegazioni, è pronto. Lo si potrebbe firmare già oggi se ci fosse la volontà. ''Il nostro lavoro, per quanto attiene la possibilità di sottoscrivere l'accordo con la Svizzera è terminato, non da oggi ma da qualche mese, tanto che si sarebbe potuto firmarlo lo scorso mese di luglio - sottolinea Vieri Ceriani, capo dei negoziatori italiani per conto del Ministero delle Finanze -. Ci sono ancora alcuni aspetti ancora da definire e sui quali stiamo lavorando. Sono aspetti che sono unicamente di nostra competenza, che non necessità dell'approvazione da parte svizzera. Aspetti che interessano tutti i frontalieri italiani. Non solo quelli con la Svizzera, ma anche quelli con la Francia, l'Austria, San Marino e la Slovenia. Stiamo lavorando anche ad uno Statuto dei frontalieri. Per quanto riguarda l'accordo con la Svizzera per le tasse di frontalieri al punto a cui siamo arrivata la competenza è unicamente politica''. Le considerazioni di Vieri Ceriani fanno capire che il governo italiano di firmare l'accordo che tanto interessa i frontalieri in quanto allarmati dal fatto di dover pagare più tasse rispetto ad ora, non ne vuole sapere. O meglio non lo può fare, in quanto non sono state superate le pregiudiziali indicate in un ordine del giorno che su proposta dei parlamentari comaschi Chiara Bruga e Mauro Guerra, entrambi del Pd, alla Camera dei deputati è stato approvato all'unanimità. Non essendo possibile superare arbitrariamente il volere del parlamento il governo si deve attenere al volere del potere legislativo. E il volere della Camera dei deputati è ancorato alla rimozione dell'esito del referendum del 9 febbraio 2014 sull'immigrazione di massa (''un muro inaccettabile'') e il casellario giudiziale richiesto ai frontalieri (''ingiustificato accanimento''). A complicare la già non facile situazione anche l'albo degli artigiani (Lia) e la consultazione ''Prima i Nostri''. Misure che rischiano di far crollare l'impalcatura degli accordi bilaterali sottoscritto in ambito Ue. Misure che contrastano con lo spirito della libera circolazione delle persone e delle merci.

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