laR+ Luganese

Pacifiche la dimostrazione e la discussione all’università

Una sessantina di persone ha partecipato all’iniziativa promossa dal Soa il Molino con il Coordinamento unitario in solidarietà alla Palestina

Un momento della serata di fronte all’ingresso nord dll’Usi
(Ti-Press)
16 maggio 2024
|

Una sessantina di persone ha partecipato stasera, di fronte all'ingresso nord dell’Università della Svizzera italiana (Usi), alla manifestazione organizzata dal Soa il Molino in collaborazione con il Coordinamento unitario in solidarietà alla Palestina. Tutto si è svolto all'insegna della tranquillità. L'iniziativa è cominciata alle 18.30 con ‘l’apericena benefit’, dopodiché c'è stata una discussione con Tobia Schnebli (antimilitarista, Collectif Urgence Palestine e Partito del Lavoro, Ginevra).

Tra i presenti, l'ex Rettore dell’Usi Boaz Erez, al quale abbiamo chiesto un parere in merito all'iniziativa e le ragioni per le quali vi ha aderito. «Da qualche tempo milito a livello svizzero per il cessate il fuoco. Tutto ciò che sta capitando mi fa male al cuore. Subito dopo il 7 ottobre, ho scritto un articolo denunciando l'attacco di Hamas. Ma questo fa parte del passato. Il cessato il fuoco, ritengo che sia nell’interesse di Israele. Il credito che ha avuto si sta erodendo molto rapidamente. Quando ho saputo che il centro sociale aveva organizzato questa manifestazione, ho voluto esserci».

Considera legittimo che ci sia un momento di discussione anche all'Usi di Lugano? «Più che legittimo, lo ritengo auspicabile, come altre manifestazioni che si sono svolte a livello nazionale. Non è la prima volta che viene utilizzata l’Usi e il suo parco pubblico, per questo genere di iniziative, che chiaramente risuonano con quanto successo negli altri atenei svizzeri. L'idea non è mai stata quella di occupare l’università, anche perché gli studenti dell'Usi e della Supsi non sono molto presenti stasera». Come giudica le critiche di una parte politica contro questa manifestazione? «Completamente infondate e non degne di nota. Le parole usate dai giovani Udc, in particolare, sono estremamente forti, propagandistiche, ma questa, di sicuro, non è una riunione antisemita».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔